Territorio di Castelbruma
Il Principato di Castelbruma si trova nell'impervio nord delle Terre Spezzate.
A sud è collegato da
Passo Tempesta con la prospera
Valleterna, mentre il
fiume Cristallo segna il confine settentrionale con le gelide terre di
Altabrina. Le acque del
Golfo Grande lambiscono le rocciose coste orientali brumiane, a ovest si allarga la
Baia della Mano Rotta e a nord-ovest il
Mar Disgelo . La regione è spezzata in due dai
Monti delle Nuvole, da cui nascono i tre fiumi brumiani: lo
Zaffiro nasce dalle pendici occidentali e sfocia nella Baia dalla Mano Rotta, il
Silente e il
Cristallo sgorgano dalle pendici orientali e sfociano nel Golfo Grande. I territori civilizzati in cui sono sorti insediamenti si trovano essenzialmente nelle due valli formate dai fiumi Zaffiro e Silente. Ampie foreste ricoprono un territorio spopolato e perennemente immerso nella nebbia. In particolare, a cavallo del Cristallo si erge il misterioso
Bosco Nero, una delle foreste più grandi delle Terre Spezzate. I due Passi:
Silente e
Collepietra collegano tra loro l'est e l'ovest di Castelbruma e costituiscono luoghi di fiorente attività mineraria.
Mappa dettagliata di Castelbruma
Terre Selvagge di Castelbruma
Sulle
montagne ad est di Approdo si trova un luogo di grande importanza. Una grande forgia dove i primi fabbri degli
Uomini del Mare forgiarono la loro prima lama nelle terre spezzate. Si tratta di una forgia tuttora in uso, dove si raccolgono i migliori fabbri di Castelbruma.

Nei territori a
nord di Roccaferrata, pericolosamente vicino alle preziose miniere di ferro, si trovano complessi e nascosti cunicoli in cui vivono perfide e disgustose creature note ai minatori come
Malignomi, di cui l'intera zona è infestata.
Il
Bosco Nero, che si estende vasto tra
Castelbruma e
Roccastrada, è infestato da creature bestiali che spesso si spingono verso la
Strada del Re e le
campagne popolate intorno alle rocche. I cacciatori brumiani e i bruti sostengono che ua terribile magia li guidi, forse lo spirito stesso della foresta, antico e terribile.
Poco lontano dalla
Rocca di Castelbruma, giusto aldilà del fiume ad ovest, dove i fedeli dell’
antica religione si recano spesso, c'è un luogo che in passato era sacro agli
Elfi tra le cui radure solitarie è rimasto qualcosa di loro. I
Bruti della regione sono convinti che si tratti di una zona in cui gli spiriti sono più potenti, gli
armigeri brumiani sanno che è solo l'ennesima fonte di guai.
Nell'alta
valle dello Zaffiro, attorno a
Corvia, quando il mare ghiaccia e l’inverno avanza, i bianchi
demoni dei ghiacci attraversano il mare per rapire e saccheggiare. Dove portino il loro bottino è un mistero, e nonostante alcuni sostengano che i mostri vivano nelle
Isole del Nord, i vari tentativi di esplorare quei territori sono falliti. Ciononostante è sempre possibile, a
Corvia, incontrare degli esploratori o dei folli pronti a partire alla ricerca dei cosiddetti
Diurni.
Si dice che quando arrivarono gli
Uomini del Mare, per ricordarsi il luogo dell’approdo, vi avessero trasportato una pietra e l’avessero lavorata a lungo. Tale pietra è ancora visibile, curata ed onorata dai signori di
Approdo. Tuttavia, come se si fosse inoltrata essa stessa nell’interno, non si trova più sulla costa, ma nell’interno vicino al corso del fiume.
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fitti boschi ricoprono le pendici delle montagne |
A sud della città di
Castelbruma, intorno all'estuario del
fiume Silente si è sviluppata una vasta zona paludosa e completamente disabitata. Qui si trovano i resti di un antico insediamento elfico,
Elen Eressea, e si dice che in questo luogo si sia consumato un terribile massacro ai tempi dell'invasione degli
Uomini del Mare, che forse sia il sito dell’ultima resistenza a nord di
Passo Tempesta. La zona è infatti nota per essere funestata da antichi spettri che si aggirano tra le fronde e le acque stagnanti, e da creature di ogni tipo rese inquiete dall’antica tragedia.
Le isole sul
Mar del Vespero che, secondo la leggenda furono le prime ad essere avvistate dagli
Uomini del Mare giunti da occidente, sono note come le
Falsaterre. Sembra però che tali isole si fossero rivelate tanto inospitali da spingere gli
Uomini del Mare a proseguire e sbarcare ad
Approdo. Numerose sono le storie che si raccontano nella cittadina portuale in merito alle Falseterre, leggende per spaventare i bambini brumiani che raccontano di mostruose creature marine o di spettri degli
Uomini del Mare che possono da un momento all'altro emergere dalle acque della baia. I vecchi pescatori di
Approdo ridono di esse e delle voci secondo cui si intravedono, nelle rare notti prive di foschia, fuochi spettrali e lontani sulle coste delle Falseterre, ma nessuno sano di mente si avventurerebbe mai laggiù.
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[1] "
- ^ sostiere Ser Pinco Pallino, cavaliere valniano